Nuovissima apparecchiatura per biopsia Fusion acquisita presso Hesperia Hospital

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Nuovissima apparecchiatura per biopsia Fusion acquisita presso Hesperia Hospital

Il Tumore della prostata rappresenta attualmente la neoplasia maligna con più alta incidenza e prevalenza nella popolazione maschile.
La diagnosi si basa sull’esame isto-patologico dei frustoli di tessuto prostatico ottenuti mediante biopsia. Sino ad alcuni anni fa tale procedura diagnostica veniva effettuata esclusivamente su guida ecografica. Tuttavia tale metodica, il più delle volte, non permetteva di identificare e di conseguenza pungere aree sospette, a causa della scarsa accuratezza diagnostica dell’ecografia (il 40% delle lesioni neoplastiche appaiono isoecogene e quindi indistinguibili dal tessuto sano).
L’introduzione e la sempre maggiore diffusione della Risonanza Magnetica Multiparametrica (mpMRI) ha costituito una svolta nella diagnosi del tumore prostatico. Tale indagine ha infatti permesso al Radiologo di studiare la ghiandola prostatica con una accuratezza diagnostica di gran lunga superiore a quella ecografica. Inoltre nella mpMRI si associa al dato morfologico quello funzionale mediante alcune sequenze (DWI, ADC) che permettono di aumentare ulteriormente sensibilità e specificità dell’esame. Attualmente, come dimostrato da numerosi studi, la mpMRI presenta una elevata sensibilità (circa il 90%) per i tumori prostatici clinicamente significativi, ovvero che presentano un rischio di progressione più elevato e per questo pericolosi per il paziente.

Nel 2012 la Clinica Urologica Universitaria di Modena, da me diretta, ha introdotto per la prima volta in Italia, terzo Centro in Europa, una nuova tecnica bioptica che si avvale della guida della Risonanza Magnetica Multiparametrica, per eseguire dei prelievi mirati sulle aree sospette precedentemente individuate dal Radiologo al fine di superare i limiti della biopsia tradizionale. Mediante la biopsia RM-guidata, detta stereotassica, possono, infatti, essere biopsiate con precisione millimetrica, lesioni di qualunque dimensione e localizzate in qualsiasi regione della ghiandola prostatica. Tuttavia questa iniziale tecnologia aveva il limite di non acquisire l’immagine della fusione in tempo reale. Ciò richiedeva che il Paz rimanesse completamente immobile per non pregiudicare la precisione del prelievo.

In Hesperia Hospital abbiamo acquistato un sistema di ultima generazione che, mediante apposito software integrato, permette di aumentare ulteriormente la precisione della metodica in quanto garantisce la persistenza durante l’intera procedura della perfetta fusione delle immagini eco-RM. Ciò è ottenuto mediante un sensore di movimento, posizionato sul paziente, che percepisce il minimo spostamento della ghiandola prostatica durante la biopsia e, segnalandolo al software, garantisce l’immediato ricalcolo della fusione (“fusione dinamica”) impedendo così il disallineamento delle immagini ecografiche da quelle della RM. Ne deriva che tale procedura può essere effettuata anche in regime ambulatoriale in anestesia locale, non necessitando dell’assoluta immobilità del paziente.
La “detection rate” delle biopsie eseguite tramite tale tecnica rispetto alla biopsia eco-guidata sale dal 35% al 60-70%.
Inoltre la biopsia Fusion nel mio gruppo viene sempre eseguita con accesso transperineale, mai transrettale, al fine di ridurre il più possibile il tasso di complicanze infettive post-procedurali legate alla via di accesso dell’ago.

In conclusione la biopsia prostatica stereotassica con tecnica Fusion risulta oggi un’arma indispensabile nelle mani dell’Urologo per la diagnosi precoce del tumore della prostata. Mediante questa metodica infatti si riescono a diagnosticare in anticipo rispetto ad un tempo le neoplasie prostatiche clinicamente significative e ciò permette di aumentare il pool di pazienti candidabili ad intervento chirurgico di prostatectomia radicale robotica, gold standard attuale nella terapia della neoplasia. Ne deriva un tasso di completa guarigione dal tumore prostatico più elevato rispetto al passato.
L’ecografo e il sofware di ultima generazione permettono di aumentare ulteriormente la precisione della metodica bioptica, offrendo al chirurgo e al paziente la più avanzata tecnologia nel campo della diagnostica del tumore prostatico.